Gli errori più comuni durante le lavorazioni di fresatura

Sebbene la fresatura sia un’operazione meccanica assolutamente standard, parte del lavoro quotidiano di centinaia di aziende, non devono essere sottovalutate le sue complessità. Nonostante tale diffusione, infatti, sono ancora estremamente comuni una serie di errori che possono severamente compromettere la riuscita della lavorazione, e nei casi più gravi la produzione aziendale e la sua redditività.

Andiamo ad esaminare quindi i più frequenti errori che vengono commessi durante le lavorazioni di fresatura dei metalli, e cosa possono comportare.

 

Errata impostazione della velocità di fresatura

Il calcolo della corretta velocità di movimento dell’utensile durante la è una fase preliminare che può dimostrarsi complessa, ma è assolutamente fondamentale per assicurare la buona riuscita del lavoro. Se infatti viene impostata una velocità troppo ridotta per la fresatura, oltre all’ovvio rallentamento delle operazioni e al calo della produttività, è possibile causare flessioni del materiale, oppure ritrovarsi con una finitura scadente del pezzo. D’altro canto, un errore nell’altro senso, ossia l’impostazione di un’eccessiva velocità di lavorazione, può tradursi in una produzione di trucioli di dimensioni non corrette, o addirittura, nei casi più gravi, alla rottura dell’utensile stesso per eccessivo stress.

 

Errata calibrazione dell’avanzamento dell’utensile

Controparte costante della velocità dell’utensile è la misura del suo avanzamento, che allo stesso modo può – se calibrata in modo errato – essere causa di problemi e danni anche gravi. Anche qui l’errore possibile va, naturalmente, in due direzioni: se l’avanzamento viene impostato su valori troppo lenti, il tagliente si troverà ad operare una seconda volta sul truciolo non ancora espulso, anziché su un nuovo tratto di materiale, andando ad usurarsi inutilmente e quindi a ridurre la propria durata. Eccedere invece nell’altro senso, ossia calibrando l’avanzamento dell’utensile su valori troppo elevati, si incorre ancora una volta in un serio rischio di rottura dell’utensile stesso, soprattutto quando si operi su microfresature.

 

Scelta di un mandrino inadatto

Se è vero che è il tagliente ad effettuare la lavorazione di fresatura vera e propria, non è meno vero che il suo fissaggio alla macchina è un elemento almeno altrettanto importante della buona riuscita del lavoro. Il mandrino che fissa l’utensile alla macchina, infatti, deve garantire una connessione estremamente stabile della fresa, mantenendo un elevato numero di punti di contatto; qualora questo non accada, è possibile che l’utensile si muova in maniera scorretta, andando incontro a sganciamenti – che possono anche rovinare irrimediabilmente il pezzo in lavorazione – o ad un deterioramento da scorretta usura, che ne accorcia drasticamente la vita utile. Una possibile soluzione di questo problema è quella rappresentata dall’utilizzo di mandrini speciali su disegno.

 

Scelta di un rivestimento sbagliato

Il rivestimento scelto per un utensile rappresenta uno degli elementi fondamentali della sua ottimizzazione per la lavorazione che deve svolgere. Il corretto rivestimento può rallentare il processo di usura aumentando la scivolosità dell’utensile, così come può farlo incrementando la resistenza all’abrasione o la durezza del tagliente stesso; in tutti questi casi, il risultato positivo sarà un allungamento della vita utile dell’utensile.  È però necessario ricordare che la scelta del rivestimento deve essere fatta sempre tenendo presente il materiale che l’utensile dovrà poi effettivamente fresare. Per fare un esempio, scegliere un rivestimento che sia altamente affine al metallo che verrà lavorato, a prescindere dal livello delle sue prestazioni in sé, causerà sempre incollamenti fra il pezzo e l’utensile, e quindi compromissioni del lavoro.

 

Errato calcolo del numero di taglienti

Un fattore spesso sottovalutato nella progettazione di utensili per fresatura è quello relativo al numero di taglienti. Se è infatti vero, matematicamente, che un utensile con un numero ridotto di taglienti ha più ampi vani per il truciolo asportato, e una rigidità minore – e quindi una maggiore fragilità – rispetto ad uno con più di cinque taglienti, è però altrettanto vero che non sempre la soluzione ideale consiste nell’aumentare il numero dei taglienti di una fresa. Lavorando con materiali non ferrosi, ad esempio, un basso numero di taglienti è da preferire, perché permette di non tagliare due volte – con inutile usura – i trucioli lunghi e filamentosi che questi materiali relativamente morbidi generano, e di effettuare la fresatura a maggior velocità. È d’altro canto utile incrementare il numero di taglienti quando si debba lavorare su metalli duri, come appunto quelli ferrosi.

 

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